La Società Numismatica Italiana nei cento anni della sua fondazione (1892 – 1992)
Cesare Johnson
La Società Numismatica Italiana nasce cento anni fa per assumere la pubblicazione della Rivista Italiana di Numismatica creata nel 1888 da parte dei fratelli Francesco e Ercole Gnecchi. Il 1° marzo 1892 la direzione della Rivista annunciava che si era costituita la Società Numismatica Italiana, secondo il desiderio del Consiglio di Redazione della Rivista che da tempo auspicava la creazione di una Società che assumesse l’impegno di gestire la Rivista garantendole così “un assetto definitivo e una vita meglio assicurata all’infuori di ogni contingenza privata“.
La circolare inviata dalla Redazione della Rivista ai 196 abbonati raccolse un “numero sufficiente di firme per poter dichiarare costituita la Società“. L’11 aprile 1892 avviene la prima adunata dei Soci sotto la presidenza provvisoria di Francesco Gnecchi nella sede della Rivista in via Filodrammatici 2 di Milano. I primi 42 Soci sono dichiarati “Fondatori della Società” fra i quali primeggia S.A.R. il Principe di Napoli (futuro Re Vittorio Emanuele III). Otto di questi Soci, per particolari contributi finanziari, vengono dichiarati “benemeriti” (e fra questi appare il nome di mio nonno Federico Johnson). Oltre a questi interventi in denaro, la Società riceveva offerte anche in libri che formarono il primo nucleo della Biblioteca.
Nella stessa riunione dell’11 aprile la Società inizia subito la sua attività proponendo un Concorso di numismatica per “la migliore illustrazione di una o più zecche italiane, o anche solo di un periodo di una zecca maggiore”, purché tale illustrazione porti nuova luce alla scienza. Era previsto un premio di lire 500, pubblicazione sulla Rivista e 100 estratti. Formulato uno Statuto provvisorio vengono nominate le prime cariche sociali:
Presidente:
Vice-presidenti:
Segretario e Bibliotecario:
Tesoriere:
Consiglieri:
Conte Nicolò Papadopoli
Francesco e Ercole Gnecchi
Costantino Luppi
Giuseppe Gavazzi
Solone Ambrosoli (Conservatore del R. Gabinetto Numismatico di Brera)
Emilio Motta (della Biblioteca Trivulziana)
Umberto Rossi (Conservatore Museo Naz. di Firenze)
Arturo Sambon
Carlo Ermes Visconti (Direttore Museo d’Arte Milano)
Naturalmente nell’assumere la testata della Rivista la Società ha dovuto affrontare anche il deficit che durante i quattro anni di gestione dei fratelli Gnecchi la Rivista aveva accumulato.
La Società era decollata con grande entusiasmo e volontà di attività culturali e con interventi volti a suscitare negli Enti pubblici competenti un certo interesse e attenzione al settore numismatico, piuttosto trascurato o addirittura negletto a quei tempi. Ma dovette subito affrontare due problemi che renderanno sempre affannosa la sua vita: far quadrare i bilanci annuali e trovare una Sede stabile.
I bilanci annuali furono in parte pareggiati con interventi delle varie presidenze o di benemeriti Soci, fra cui S.A.R. Vittorio Emanuele III che devolse parte delle entrate per la vendita del “Corpus Nummorum Italicorum” alla Società, fino a quando si riuscì a superare il problema con maggiore attenzione alle spese e con l’aggiornamento delle quote sociali, ma soprattutto con una intensa azione promozionale per le associazioni che portò il numero dei Soci da 41 gradualmente agli attuali 470.
Il problema della Sede fu più complesso; la mancanza di una Sede fissa comportò inevitabili disagi e perdite per la Biblioteca in continuo sviluppo e per la collezione di monete, donazioni di Soci benemeriti. Basta citare alcune Sedi, nelle quali si doveva trasportare e riordinare libri e monete per capire quali problemi e quali disagi la Società doveva affrontare.
La prima Sede del 1892 fu presso lo studio del segretario Costantino Luppi in Piazza Duomo 20, nel 1897 la Sede si spostò al Castello Sforzesco con inaugurazione alla presenza dei Sovrani e del Principe di Napoli; ma nel 1898 a seguito dei luttuosi incidenti cittadini nel maggio il Castello fu adibito a Consigli di guerra e a prigione e la Società dovette, anche se provvisoriamente. liberare i locali e trasferirsi in via Filodrammatici 10, per ritornare al Castello nel giugno 1899.
Nel 1913 il Comune di Milano invitò la Società a lasciare liberi i locali e dopo un momentaneo trasferimento in via Filodrammatici 10, nel 1914 la Società trovò una nuova sede presso il Convento di S. Maria delle Grazie. Ma nel 1917 lavori di restauro nel Convento obbligarono la Società a trasferirsi in via Filodrammatici 10 e poi in via Achille Mauri, presso il Circolo Numismatico Milanese, che si sciolse e venne assorbito dalla Società.
Bisogna sapere che la Biblioteca era formata da 708 volumi, 1560 opuscoli e che esistevano per donazioni di Soci 10.907 monete; si può immaginare quale travaglio comportassero i continui trasferimenti di tanto materiale e come fosse inevitabile qualche perdita.
Nel 1922 il Comune concesse la sede della Società nel “ponticello di Ludovico il Moro” al Castello Sforzesco, nelle cui sale vennero radunate le Collezioni di monete e medaglie di Brera e del Comune di Milano affidandone la sistemazione alla Società.
Sembrava che la Società avesse ottenuta una degna e definitiva sistemazione, quando il nuovo regime fascista disconobbe ogni importanza culturale della Società e la obbligò ad abbandonare nel 1928 il “portello” senza preoccuparsi di darle una nuova sede, quale monito a sciogliersi e a bloccare ogni attività. Fu così che la Biblioteca e le monete della Società furono ospitate in due locali messi a disposizione dal Socio Stefano Johnson presso gli uffici della Ditta Johnson in Corso Porta Nuova 15.
Dal 1929 al 1943 l’attività della Società subì un arresto dovuto anche alla situazione politica internazionale. Purtroppo i bombardamenti su Milano dell’agosto 1943 colpirono pesantemente anche la Ditta Johnson e la Società si rifugiò coi libri e le monete che si poterono ricuperare presso la casa del Socio conte Sormani in via Andrea Appiani.
Finita la guerra la Società trovò una nuova sistemazione in tre piccoli locali nel semidistrutto Teatro Dal Verme, in via Puccini 2, ancora chiuso ad ogni attività.
Finalmente il Consiglio della Società, che intanto aveva ripreso una certa attività, presieduto dall’avv. Luigi Cremaschi, provvide all’acquisto di locali nel condominio di via Orti 3, dove la Società si trasferì nel 1965, sistemando quanto rimasto della Biblioteca e della Collezione di monete.
Ha così termine la tormentata peregrinazione alla ricerca di una Sede stabile, dove oggi la Biblioteca è a disposizione di tutti i Soci e di studiosi.
Come è stato già accennato il Consiglio della Società, appena eletto l’11 aprile 1892, iniziò subito la sua attività proponendo un Concorso di numismatica: “La migliore illustrazione di una o più Zecche italiane, o anche solo di un periodo di una Zecca maggiore“, iniziativa voluta dal primo Presidente conte Nicolò Papadopoli, che si concluse il 20 dicembre 1893 (premio di lire 500 e pubblicazione sulla Rivista della Società) premiando il lavoro del dott. Francesco Malaguzzi-Valeri di Bologna “La Zecca di Reggio Emilia”.
Ma la Società fa sentire la sua presenza non solo nell’interno della sua struttura, ma anche con interventi nella nascente vita numismatica nazionale e internazionale.
Così la Società è presente al Congresso internazionale di Parigi del 1900 con interventi che furono stampati negli atti e ancora al Congresso internazionale di Scienze Storiche a Roma del 1903 con relazioni “sull’importanza della Numismatica non solo come scienza autonoma, ma anche come scienza ausiliare delle discipline storiche… e sulla necessità di un maggior incremento e di una più vasta diffusione dell’insegnamento della numismatica nelle Facoltà di Lettere delle nostre Università“.
Per la prima volta la Numismatica figurava come Scienza a sé in un Congresso internazionale in Italia per merito della nostra Società. In quell’occasione fu affrontato dal dott. Ambrosoli il tema dell’uso della lingua latina, come lingua universale negli scritti di Numismatica, che però non trovò una soluzione accettabile. Questo argomento non fu dimenticato al Congresso internazionale di Numismatica tenutosi a Roma nel 1961, dove il dott. Carson del British Museum lesse un messaggio in latino della Royal Numismatic Society di Londra e il prof. Sutherland, Presidente della Commission International de Numismatique porse il saluto ai Congressisti in italiano, francese, inglese e anche in latino. Ritornando al Congresso di Scienze Storiche di Roma del 1903, la Società è presente con un intervento del prof. Serafino Ricci sul tema dell’ordinamento delle collezioni di monete italiane, medioevali e moderne con la proposta del criterio geografico per Zecche, che non trovò consenzienti tutti i presenti; e con un intervento ancora del prof. Serafino Ricci sul tema dell’insegnamento, lamentando che in Italia non esisteva cattedra di Numismatica e auspicando l’insegnamento complementare alla Storia e alla Storia dell’arte nelle scuole medie e superiori.
Come si vede gli interventi della Società avevano evidenziato problemi non ancora attuali in quei tempi in Italia, per i quali la Società si interessò anche in futuro con costanza, entusiasmo e volontà.
Nel 1906 la Società intervenne nella nomina del successore al prof. Ambrosoli, deceduto, alla direzione del Gabinetto Numismatico di Brera, proponendo contemporaneamente l’unificazione dei due medaglieri milanesi, quello di Brera e quello del Comune di Milano; venne eletto Direttore il prof. Serafino Ricci, Consigliere della nostra Società. La riunione delle due collezioni milanesi ha una lunga e travagliata storia e solo nel 1914 le due collezioni riunite nella sede comunale del Castello Sforzesco.
Nel 1907 la Società si fa promotrice Presso il Ministero della Pubblica istruzione del riordino dei Gabinetti Numismatici d’Italia con la nomina di un direttore generale delle collezioni numismatiche che risolva “lo stato di abbandono di tali collezioni riuscendo piuttosto un’inutile ingombro che un vantaggio agli studiosi”. Argomento ripreso nel 1909 quando la Società è incaricata di nominare una Commissione per il riordinamento dei medaglieri del Risorgimento; nella Commissione sono eletti i Soci Carlo Stefano Johnson, Luigi Ratti, Serafino Ricci ed Ercole Gnecchi.
Nel 1908 la Società è presente al Congresso di Scienze Storiche a Berlino con una relazione di Francesco Gnecchi presentata dal Prof. Serafino Ricci.
Nel 1909 la Società partecipa al Congresso Internazionale di Numismatica a Bruxelles con interventi dei Soci Alberto Simonetti, Ludovico Laffranchi, Francesco Gnecchi, Nicolò Papadopoli, Raffaele Castellani e Serafino Ricci.
Altre presenze della Società sono nel 1911 al Congresso Dante Alighieri e al Congresso Storico Subalpino a Torino.
Nel 1912 la Società è presente al 30° Congresso Archeologico Internazionale di Roma con diverse relazioni; interviene anche per suggerire la creazione di una Cattedra di numismatica e la catalogazione delle pubbliche collezioni da parte delle Direzioni dei Musei italiani.
La Prima guerra mondiale 1914-1918 provoca la sospensione di attività culturali in generale, ma la Società subisce una successiva limitazione di attività dovuta alla particolare situazione politica italiana coll’avvento del Regime Fascista. Un lungo periodo che dura fino al 1941 e che si prolunga oltre, per l’entrata in guerra dell’Italia, fino al 1945; periodo travagliato per la Società anche per i suoi frequenti cambiamenti di sede.
La Società esce da questo lungo e travagliato periodo con una situazione molto precaria, con solo 84 Soci, una situazione finanziaria molto difficile, con la necessità di riproporre al mondo numismatico la propria immagine quasi inesistente. Compito non facile dei Presidenti che si susseguono nel periodo 1945-1955, dal conte Antonio Sormani Andreani Verri, a Oscar Ulrich-Bansa, a Corrado Astengo, a Luigi Cremaschi. Si cerca di dare vita alla Società con conferenze, col restituire alla Rivista Italiana di Numismatica la primitiva veste tipografica, coll’incrementare il numero dei Soci che nel 1954 risultano 148 e nel 1955 170.
Un rilancio notevole della Società avvenne nel 1957 con una esposizione di rare monete della Zecca di Milano nella Sala della Pusterla del Castello Sforzesco, curata dall’ing. Vico D’Incerti e dal dott. Giancarlo Belloni, che richiamò l’attenzione delle autorità cittadine e di rappresentanti della stampa.
Ma un avvenimento determinante per la Società fu l’acquisto di locali per la propria sede, avvenuto sotto la presidenza dell’avv. Cremaschi nel 1967 che pose fine, come già ricordato, al travagliato cambiamento di sedi provvisorie. Questa definitiva sistemazione consente alla Società di sviluppare la sua attività, di riordinare definitivamente la biblioteca richiamando l’attenzione di numerosi collezionisti così che nel 1975 i Soci sono 350.
Nel frattempo si rinnova il Consiglio con la presidenza dell’avv. Longhini, si affida la direzione della rivista al Prof. Panvini-Rosati, si organizzano visite a Musei numismatici, si partecipa al Congresso Internazionale a New-York con la presenza del Vice-presidente dott. Athos Moretti, si organizzano numerose conferenze e si modifica la schedatura della Biblioteca che può così offrire un servizio più efficiente ai Soci e agli studiosi in generale.
Nel 1983, Presidente l’ing. Carlo Fontana, la Società organizza un Convegno di studi sulla Zecca di Milano con relativa esposizione di monete al Museo Archeologico e con 10 borse di studio per la partecipazione al Convegno di studenti di numismatica.
Nel 1988 ho l’onore di essere nominato Presidente della Società.
In questi ultimi sette anni si sono intensificate le conferenze in Sede; il socio Ing. Ermanno Winsemann ha istituito una Borsa di studio in memoria di suo padre; si è iniziata la pubblicazione di “Comunicazione“, un bollettino trimestrale che si propone di tenere contatti periodici coi Soci che hanno raggiunto quasi il numero di 500.
Alla Società si sono presentati due anniversari importanti, due centenari: il primo nel 1988 riguarda la nostra Rivista Italiana di Numismatica, che fu ricordato con la pubblicazione di un volume particolare, contenente studi di eminenti studiosi italiani e stranieri presentato con opportuna cerimonia nella sede del Museo Archeologico di Milano, grazie al particolare interessamento del nostro Consigliere dott. Arslan e col patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia. Il secondo è il centenario della Società (ndr. 1992), che stiamo commemorando in questa giornata con un Convegno di studi numismatici al quale hanno voluto partecipare studiosi di numismatica fra i più qualificati, italiani e stranieri.
Una partecipazione a così alto livello assume un particolare significato per la nostra Società, che ha visto una adesione immediata, al di là di ogni previsione, all’invito per commemorare il suo centenario e devo ringraziare ancora quanti hanno dimostrato una lusinghiera considerazione verso la Società, che ci inorgoglisce e che è il miglior incentivo a continuare, per quanto possibile, a dare impulso agli studi e alle ricerche della scienza numismatica.
È questa anche un’occasione per tenere desta l’attenzione della pubblica amministrazione milanese, come già dimostrato con la sua determinante partecipazione a questa commemorazione, a un settore importante della cultura quale è la disciplina numismatica.
Rifacendomi a quanto già fatto nel passato, la Società si propone nel prossimo futuro di intervenire presso le strutture del Comune di Milano, in accordo col Direttore delle Raccolte Archeologiche e Numismatiche dott. Ermanno Arslan, perché sia data al Gabinetto Numismatico di Milano una sede che consenta di dare spazio alla esposizione permanente delle collezioni di monete e di medaglie, fra le più importanti d’Italia e del mondo, e alla relativa Biblioteca.
È questo l’impegno che sarà elaborato e perseguito dal Consiglio della Società nell’iniziare il secondo centenario.